Eisenstein in Messico, un film per veri cinefili

Il britannico Peter Greenaway tributa il leggendario papà de La corazzata Potemkin nel visionario spaccato biografico di Sergej Eisenstein (applaudito all’ultima Berlinale e, attualmente, in sala) durante il viaggio a Guanajuato, dove il 33 enne cineasta sovietico perderà la sua verginità omossessuale prima di dar vita al monumentale Que viva Mexico! (1931), travagliatissima opera rimasta incompiuta: 60 km di pellicola, vergognosamente, amputati. Un progetto epico che verrà accostato a Rapacità di Eric von Stroheim e Intolerance di David Wark Griffith. Ecco, i 10 giorni che sconvolsero Eisenstein secondo quel gallese che volle farsi regista, dopo avere visto Il settimo sigillo di Ingmar Bergman.

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